Il Marocco sfida l'HCR sulla domanda del SG dell'ONU relativa alla registrazione delle popolazioni dei campi di Tindouf
05/10/2010 Il Marocco ha sfidato, lunedì, l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi (HCR) sulla domanda del segretario generale dell'ONU relativa alla registrazione delle popolazioni nei campi di Tindouf, contenuta nella sua ultima relazione al Consiglio di sicurezza sul Sahara marocchino, che afferma seguire da vicino i passi dell'HCR, per l'attuazione dell'appello del segretario generale.
Intervenendo dinanzi alla 61esima sessione del Comitato esecutivo dell'HCR, l'ambasciatore, rappresentante permanente del Marocco presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, il sig. Omar Hilale ha espresso la preoccupazione profonda del Marocco per il rifiuto opposto all'HCR, da oltre tre decenni, di procedere alla registrazione delle popolazioni marocchine sequestrate nei campi di Tindouf, nel sud-ovest dell'Algeria.
Il diplomatico marocchino ha sottolineato che la persistenza dell'Algeria in suoi erreri della guerra fredda non ha impedito la Comunità internazionale di prendere coscienza dell'impossibilità di mantenere i campi di Tindouf oltre al diritto internazionale.
E, ha spiegato, il senso dell'appello forte e franco del segretario generale delle Nazioni Unite, nella sua ultima relazione al Consiglio di sicurezza, sul Sahara marocchino, aprile 2010, nel quale ha " chiesto che si riflette seriamente all'idea di procedere ad un censimento dei profughi ed attuare un programma di interviste individuali".
Pur rinnovando la sua piena fiducia all'HCR, il regno del Marocco saprà gradimento all'alto commissariato di tutti i passi ufficiali che vorrebbe intraprendere, particolarmente presso il paese ospite, l'Algeria, per attuare la raccomandazione del Segretario generale sulla registrazione e interviste individuali delle popolazioni dei campi di Tindouf, ha dichiarato il sig. Hilale, aggiungendo che i risultati di questi passi dovrebbero essere comunicati al segretario generale delle Nazioni Unite per inserirle nella sua prossima relazione al Consiglio di sicurezza.
In questo contesto, ha affermato, il Marocco seguirà da vicino e con il più grande interesse ed anche di vigilanza i passi del HCR, per l'attuazione dell'appello del segretario generale, che garantisce l'agenzia onusienne dell'appoggio e della cooperazione piena ed intera del regno.
L'ambasciatore marocchino ha fatto osservare che quest'appello della più alta autorità delle Nazioni Unite al Consiglio di sicurezza, tempio della legalità internazionale e custode della sicurezza e la pace nel mondo, consolida la legittimità ed il buon fondamento della posizione marocchina costante sul censimento e sulla registrazione delle popolazioni dei campi di Tindouf.
Di più, la domanda del segretario generale delle Nazioni Unite comporta un'innovazione a forte politica simbolica.
Essa si indirizza, infatti, alle tre parti prenanti: l'HCR, l'Algeria ed i paesi donatori, ha aggiunto l'ambasciatore marocchino.
Ha fatto osservare a questo proposito che l'HCR ormai è incaricato dal SG dell'ONU di un doppio mandato, da sapere procedere al censimento delle popolazioni dei campi di Tindouf, e ciò conformemente ai suoi obblighi statutari che derivano in particolare dall'articolo 27 della convenzione del 1951 sullo statuto dei profughi, le risoluzioni dell'assemblea generale A58/149, A58/172et A60/128 e le conclusioni del Comitato esecutivo del HCR, che hanno codificato la centralità della registrazione tanto in che strumento di protezione e del censimento.
Si tratta in secondo luogo di elaborare un piano d'azione ed un calendario per interviste individuali con ogni membro di questa popolazione, in previsione di informarli dei suoi diritti, particolarmente quello di potere lasciare i campi ed atornare liberamente al suo paese di origine, il Marocco con tutte le garanzie internazionali necessarie, o di reinstallarsi in un paese terzo.
Quanto all'Algeria, ha spiegato il diplomatico marocchino, ha un obbligo politico e morale; ottemperare all'appello del segretario generale dell'ONU e di cooperare con il HCR per la realizzazione del censimento delle popolazioni dei campi e ciò, conformemente al diritto internazionale dei profughi ed al suo statuto di paese d'accoglienza di queste popolazioni.
L'appello del SG dell'ONU, a questo proposito, costituisce dunque una sconfessione chiaramente e netta della condizionalità della registrazione alla soluzione politica che l'Algeria si contrasta ad imporre al HCR e fa anche fede come messa a punto della più alta autorità dell'ONU che la registrazione non è un'operazione politica ma un attrezzo di protezione ed una action umanitaria, ha segnalato.
L'ambasciatore marocchino ha sottolineato che più che mai, la responsabilità del paese ospite, l'Algeria, rimane totale ed intera, precisando che la prosecuzione della sua opposizione al censimento ed alla registrazione delle popolazioni dei campi di Tindouf è illegale giuridicamente ed inaccettabile politicamente e costituisce un ostacolo al mandato dell'HCR ed alla sua missione di protezione e d'assistenza di queste popolazioni.
Ha spiegato che l'assenza della registrazione impedisce la valutazione razionale delle necessità umanitarie di queste popolazioni, cosa che contribuisce alla dilapidation delle risorse preziose del HCR e favorisce la deviazione dell'aiuto umanitario internazionale, fornito durante per anni su base di cifre scaltramente gonfiate a fine d'instrumentalizzazione politica.
Il Sig. Hilale ha ricordato, a questo proposito, che i dubbi in gran parte espressi da molte relazioni sul numero reale delle popolazioni dei campi e sulla deviazione dell'aiuto umanitario a destinazione dei campi, ha giustificato la decisione congiunta dell'HCR e del Programma alimentare mondiale (PAM), nel maggio 2005, di fissare il numero degli abitanti di questi campi ad un totale di 90.000 persone.
Nel suo book blu del 2010 il PAM ha tenuto a precisare che " nell'attesa della registrazione il Programma alimentare mondiale ed l'HCR continuano ad utilizzare la cifra di 90.000 persone
E di aggiungere che anche queste stime sono state rimesse in discussione da parte del direttore della sicurezza pubblica della cosiddetta Croce Rossa sahraoui, il sig. Fateh Ahmed Ould Ali Salem, che ha appena ricongiunto il Marocco e che ha rivelato che " il numero delle popolazioni dei campi non supera, secondo i documenti propri del polisario, 46.000 persone".
Per il diplomatico marocchino, l'atteggiamento d'ostruzione dell'Algeria indica una sola ed unica réaltà: il suo timore della verità del censimento e le sue conseguenze sulle allegazioni a lungo diffondate sul numero reale delle popolazioni dei campi di Tindouf.
Il Sig. Hilale ha aggiunto che i paesi donatori sono anche interessati dall'appello del segretario generale dell'ONU, segnalando che la loro generosità non può continuare, indefinitamente, ad alimentare la perpetuazione dei campi di Tindouf al dispetto delle norme che presiedono a tutte le azione umanitarie.
L'assistenza alimentare di questi paesi, senza contabilità delle cifre, né verifica permanente, né esigenza al paese ospite di rispettarlo la convenzione di Ginevra sui profughi, serve in fine, l'ordine del giorno politico dell'Algeria e favorisce l'arricchimento avverato di nomenclatura gerontocrate del Polisario, ha precisato.
I paesi donatori, ha insistito, non dovrebbero chiudere più gli occhi sulle deviazioni dell'aiuto destinato alle popolazioni dei campi, soprattutto dopo la loro conferma da ONG internazionali, l'indagine congiunta l'HCR, l'OLAF europeo e gli Stati Uniti commette per i Rifugiati e per molti ex-alti responsabili, che hanno ricongiunto il Marocco.
Il Sig. Hilale ha sottolineato che il Marocco che si è sempre iscritto in una prospettiva di riconciliazione e di regolamento politico negoziato, consensuale e definitivo della vertenza sul Sahara marocchino, nel quadro delle Nazioni Unite lancia, a sua volta, un appello all'Algeria, all'HCR, ai paesi donatori ed alla Comunità internazionale allo scopo di operare per la rimozione di questo blocco e permettere al HCR di accedere a queste popolazioni, di registrarle ed intervistarle individualmente sul loro desiderio di restare nei campi o tornare al loro paese di origine, il regno Marocco.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
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